La Storia

Il Circolo Didattico “Leonardo da Vinci “ dagli anni ’50 fino all’inizio degli anni ‘90

Alla fine della Seconda Guerra mondiale, tutta la zona comprendente il Quartiere Bissuola era un vasto territorio più o meno incolto con case coloniche e qualche casa padronale.  

L’unica scuola elementare, fin dal lontano 1909, era la “Edmondo De Amicis “ vicino alla Torre dell’Orologio.

Con la ricostruzione e la grande migrazione dai monti e dal Sud dell’Italia negli anni 50 si avvertì l’urgenza di costruire nuove sedi scolastiche; nacquero così le scuole “ T. Vecellio”, “Toti”, “Grimani”, Visentini” e la “Leonardo da Vinci”. 

Tutti questi edifici, assolutamente funzionali e allora moderni erano caratterizzati da aule abbastanza capienti con ampie finestre, mobilio di tipo nuovo e sempre era presente un grande giardino, anche  la scuola “Leonardo da Vinci  si poneva all’avanguardia, soprattutto per la capiente e ariosa palestra. 

 Questo edificio era allora sede di Direzione Didattica e il Circolo comprendeva anche l’attuale scuola “Francesco Baracca” per coprire le esigenze della parte Est del Territorio. 

 Sul finire degli anni ’60 l’incremento demografico dovuto alla grande urbanizzazione, spesso selvaggia che caratterizzò il quartiere e la città, portò al sovraffollamento delle aule e ai doppi turni.  

Negli anni settanta si cercò di risolvere parzialmente il problema, utilizzando locali prestati dalla vicina Parrocchia, oltre ad alcuni negozi all’inizio di Via Tevere e altre strutture a metà di via Casona.  

Fortunatamente in quegli anni ci fu una politica di forte espansione nell’edilizia scolastica e venne così prevista la costruzione di un capiente e moderno edificio in una zona allora adibita a vigneto, posta lungo il lato sinistro all’inizio della Via Casona.

Nella stessa area stava sorgendo un nucleo di edilizia privata e pubblica con la creazione di una nuova strada: la Via Virgilio. 

In quegli anni il mondo della scuola era attraversato da un’aria di trasformazione pedagogica riconducibile a: Don Milani, Mario Lodi e Freneit, inoltre sul piano istituzionale l’entrata in vigore dei Decreti Delegati poneva in essere tutta una nuova  riorganizzazione degli equilibri interni delle Direzioni Didattiche e nei rapporti con le famiglie e le Istituzioni.

Così, se da un lato si creò una Commissione che forniva ai progettisti del nuovo plesso stimoli per l’organizzazione interna degli spazi, dall’altro Il Collegio Docenti presieduto dall’allora Direttore Didattico O. Papparella prendeva decisioni in merito all’ utilizzo della nuova scuola. Un gruppo di insegnanti chiese ed ottenne dal Collegio che la nuova scuola fosse un istituto a Tempo Pieno con mensa e orario su 37,30 ore  settimanali. E’ da precisare che a quell’epoca il Tempo Pieno era sperimentale e rinnovabile su Progetto di anno in anno, di conseguenza anche i posti in organico erano disponibili su precisa richiesta degli insegnanti.  

La proposta venne approvata anche dal Consiglio d’Istituto (allora chiamato Consiglio di Circolo), che tuttavia non trovando un accordo sul nome da assegnare al nuovo plesso lo chiamò “di Via Virgilio”, fortunatamente il “di Via “ scomparve  nel tempo. La Scuola “Virgilio “ fu inaugurata ufficialmente con l’avvio dell’anno scolastico 1982/83 e divenne fin da subito sede di Direzione Didattica.

Il nuovo edificio allora era moderno e funzionale e prevedeva un laboratorio fisso ogni due classi, esisteva un ambulatorio di medicina scolastica, aperto anche al quartiere e uno stanzino che più tardi verrà utilizzato come laboratorio di camera oscura. 

La presenza del posto medico aveva un accesso riservato. Oggi questi locali sono stati abbattuti e sostituiti con un archivio e un aula accoglienza. 

La palestra, ampia e accogliente, allora come adesso veniva utilizzata anche dagli alunni del plesso “ F. Baracca” 

Lo spazio mensa, nelle intenzioni dell’architetto, doveva servire anche come cinematografo e la cabina di proiezione doveva trovarsi al piano superiore dello stanzino attualmente utilizzabile come deposito. Questa opportunità non fu mai realizzata mentre la mensa fu da sempre anche l’aula magna per il Collegio Docenti. 

Era presente un locale “cucina” con servizio di lavaggio piatti e i pasti cotti presso il centro cottura di Campalto erano serviti su piatti in ceramica, evitando così il trasporto da casa di cestini e suppellettili per la mensa, questo servizio finirà nei primi anni ’90 quando aumenteranno le richieste di Tempo Pieno.

Esisteva un laboratorio fisso di: scienze, falegnameria, pittura, stampa e dal 1986 un laboratorio video e di fotografia ma questi laboratori, con la sempre maggior richiesta di Tempo Pieno, furono destinati a essere occupati da nuove classi. 

Del resto l’orario su 37,30 ore permetteva due ore di compresenza docenti su quattro giorni. Al pomeriggio c’erano le Attività Integrative tra le quali anche quelle di Lingua Inglese che, allora, non rientrava negli ambiti disciplinari. 

Il rapporto con le famiglie era molto stretto e le interclassi con i genitori si svolgevano una volta al mese. Questo permetteva la condivisione di scelte metodologiche, come quella di non utilizzare nel secondo ciclo il sussidiario sostituito da “bibliotechine” di classe. Ogni classe singola o parallelautocomponeva dei “testi scolastici” che rappresentavano il percorso di ricerca svolto nelle varie discipline.

Altra sperimentazione adottata era quella di riunire tutti bambini neo iscritti in Prima in vari gruppi, seguiti da tutti gli insegnanti di Prima e poi, dopo dieci giorni, alla presenza del Direttore Didattico venivano composte le classi, così da evitare situazioni sbilanciate e favorire una più equa distribuzione dei carichi di lavoro e delle situazioni difficili.  

 Verso la fine dell’anno oltre all’uscita collettiva delle classi dei due cicli, con i genitori, si organizzava una mostra espositiva dei lavori svolti che era aperta al quartiere per una settimana intera. 

E’ da precisare che in quegli anni c’era un pacchetto orario di 40 ore che veniva utilizzato in modo flessibile e che comprendeva anche i vari coordinamenti. Inoltre l’entusiasmo giovanile dei docenti, un clima culturale favorevole e la condivisione di scelte metodologiche- didattiche rendevano possibile una tale organizzazione lavorativa, spesso con volontaria eccedenza delle ore lavorative impegnate. 

Da Circolo Didattico a Istituto Comprensivo

Se fino al 1990 erano esistite due possibilità di tempo Scuola: scuola a tempo ordinario, solo antimeridiano e con un unico insegnante  e scuola a T.P. con due insegnanti per classe, con  la Legge 148/1990 si è assistito a una nuova organizzazione di tempo Scuola. A fianco del T.P. e in sostituzione al Tempo Ordinario vi fu l’introduzione del Tempo Modulare che vedeva la presenza di 3/4 insegnanti operare in un unico team e seguire due/tre classi. Questa organizzazione scolastica prevedeva da uno a due rientri pomeridiani e garantiva ilm servizio mensa nelle giornate con otto ore di scuola.

Fu così che il plesso “F. Baracca” diventò scuola completamente a Tempo Modulare mentre i plessi “Leonardo da Vinci” e “Virgilio” videro al loro interno convivere le due tipologie di tempo Scuola per parecchi anni.

Gradualmente la richiesta di Tempo Pieno superò il Tempo Modulare, fino a a farlo scomparire quasi completamente; resiste ancora la scuola “F. Baracca” con un’offerta di Tempo Scuola con due rientri pomeridiani.

Tra il i 2010 e il 2020, il Circolo Didattico si trasformò in Istituto Comprensivo, al cui interno dovevano essere presenti tutti e tre gli ordini di scuola: Infanzia/ Primaria / Secondaria di I°. FU così che alle scuole dell’Infanzia e ePrimarie, già facenti parti del Circolo Didattico si aggiunse la scuola secondaria di I° “G. Di Vittorio”  ma l’aspetto più significativo di questa nuova strutturazione fu l’elaborazione di un curricolo verticale in grado di accompagnare e di rendere il più possibile armonico lo sviluppo, la crescita, l’apprendimento degli alunni dai 3 ai 14 anni.